24 giugno 2007

Dieci anni con il cellulare

Sono passati dieci anni esatti da quando ho comprato il primo cellulare ma mi sembra un secolo, anzi di più: un'eternità. Ricordo benissimo come andò quell'anno: c'eravamo io e un mio collega che volevamo fare i giornalisti così comprammo entrambi un telefonino, un modello semplice che però costava ugualmente molto caro, pensando che in quel modo avremmo avuto più notizie.
Lui fu il primo, io arrivai poco dopo perché non volevo essere da meno e temevo che mi avrebbe fatto concorrenza: tenevamo i nostri cellulari nuovi in tasca ma non chiamavamo mai nessuno perché eravamo squattrinati e sarebbero bastati dieci minuti per esaurire i nostri crediti.
La chiamavano tariffa rossa e mai nome fu più appropriato visto che al costo di 1.900 lire al minuto aveva la capacità di far andare in rosso il conto in banca. Così cominciai a tenere in tasca il mio cellulare muto e quando suonava mi guardavo intorno infastidito senza capire cos'era quel rumore: non c'ero ancora abituato.
Ogni tanto, così per darmi un tono, componevo il numero per conoscere il credito residuo (che era gratuito) oppure chiamavo l'ufficio informazioni (sempre gratis) per chiedere qualcosa, giusto per tenermi in allenamento con il mio cellulare nuovo. Poi arrivarono i messaggini, ma non sapevo a chi mandarli perché non tutti i telefonini - all'epoca - erano in grado di riceverli o spedirli.
Tutto è cambiato. Ormai il cellulare lo tengo sempre in mano - così sono sempre pronto - e lo sento suonare anche quando è muto perché la suoneria mi è entrata nella testa. La vibrazione invece la sento sul sedere. Anche quando l'apparecchio è spento.
In un giorno invio lo stesso numero di messaggi che una volta mi bastava per un mese e ne ricevo il doppio, molti di pubblicità a cui ho dato il via libera per avere in cambio qualche misera notizia. Ogni volta mi agito per niente: al lupo, al lupo, il giorno che riceverò il messaggino che mi cambierà la vita temo che lo cancellerò distrattamente come se fosse l'ennesimo link per scaricare l'ultima suoneria.
Senza fiatare pago bollette così alte che con quei soldi - dieci anni fa - mi sarei comprato il cellulare. Eppure nella mia busta paga non è comparsa la voce telefono, insomma grazie a questo strumento di cui non riesco più a fare a meno mi illudo di essere potente mentre invece sono solo un po' più povero.
Il mio fa anche le fotografie, i video, si collega a internet, trasmette le stazioni radio, mi indica la strada giusta grazie ai satelliti e mi lascia ascoltare la musica mp3. Così quando passa il Giro d'Italia invece di applaudire i corridori tiro fuori il telefono, li riprendo e poi me li riguardo sullo schermo quando torno a casa (perché sotto il sole non si vede). Se il piccolo playboy fa la cacca nel vasino gli chiedo di rifarla perché mi son dimenticato di filmarlo e se mi siedo un attimo sul divano accendo la radio, perché non ho un minuto da perdere.
L'altro giorno sono rimasto senza batteria per mezza giornata e mi sono sentito come se la mia vita fosse rimasta imprigionata in quella scatoletta nera. Quando ho trovato un caricatore adatto ho tirato un sospiro di sollievo e ho recuperato le chiamate perse scoprendo un po' deluso che - tranne una - potevano tranquillamente andar perdute.
Qualcosa non funziona. Non riesco nemmeno più a immaginare come facevo dieci anni fa ad uscire di casa senza il telefonino in mano. Così ho cercato di mettermi in contatto con il mio amico L. che non ha mai ceduto alla tecnologia. L'ho chiamato al telefono fisso ma non c'era, gli ho lasciato un messaggio in segreteria ma non mi ha risposto, l'ho cercato in ufficio ma era appena andato via, l'ho trovato infine a casa quand'era ormai ora di cena e gli ho chiesto trafelato: ma come fai a stare senza il cellulare? Semplice - ha risposto - al posto mio corrono gli altri. Beato lui che se lo può permettere.

3 commenti:

stefanauz ha detto...

era futuristico, lo chiamavano "banana", non aveva bollini, non era da mangiare. era lui, il nokia. il primo, quello che non si scorda mai (ancora è a casa nella sua scatola originale, con due batterie e il caricatore). quando uscì matrix, mi sentii molto appagato: certo, non sono keanu, ma che lui usasse il mio cellulare mi faceva un certo piacere. bollette? ah, davvero carissime, ma fortunatamente me la cavavo discretamente con i piani tariffari: i 3 contratti (3 numeri di telefono, 3 sim, 3 vite parallele) mi permettevano di telefonare a pochissimo. poi il lavoro mi ha tolto tutto: mi ha dato un telefono aziendale e con quello la mia vita è diventata un inferno piatto. troppe telefonate ricevute (moltissime inutili, per me) e io non riesco più a contemplare la possibilità di av ere altri 2 numeri con relative vite parallele: già è tutto così difficile! così sono stato costretto a disattivare le sim... peccato.

vorrei fare una notazione a margine, di carattere linguistico.
con la riduzione degli apparecchi per la telefonia mobile si sono ridotti anche i sostantivi di uso comune utilizzati per la definizione dello stesso: da "telefonino" (piccolo telefono, vero ma non del tutto se si ricordano i primi modelli), a cellulare (abbreviazione di telefono che utilizza le "celle" di stazioni radio base), passando per cellu arrivando a cell. quando anche noi useremo come in giappone i telefonini di quarta generazione, come li chiameremo?

Anonimo ha detto...

Quando, il 24 dicembre 1999 alle 16 circa, la nostra punto(buonanima)decise di emulare Cristo e di fermarsi sulla Salerno -Reggio Calabria all'altezza di Eboli, in una piazzola di sosta dove la colonnina del telefono d'emergenza era stata svuotata del suo contenuto, benedissi la mia santa mamma che mi aveva costretto ad accettare un cellulare in regalo qualche mese prima. Anche mio marito rivalutò quella specie di saponetta nera che aveva sempre guardato con disprezzo e, poco tempo dopo, anche lui si arrese al lato oscuro della rintracciabilità...


Un sms di baci e un mms di sorrisi :-)

ansel ha detto...

stefanauz: il nokia banana, certo, come dimenticarlo... costava anche un sacco di soldi se non ricordo male e quello di Matrix aveva un'apertura a scatto che il modello di serie non aveva (ripresa poi su scala industriale da un modello successivo che io - modestamente - avevo: è quello che mi ha sequestrato la polizia per le telefonate "segrete", ma questa è un'altra storia)... mi ricordo anche la giungla dei piani tariffari (è cambiato qualcosa?) e le tecniche del cambio scheda con quei meccanismi da quattro soldi che dovevano gestire l'operazione automaticamente ma non funzionavano mai...
Ti racconto un aneddoto: il giorno del mio compleanno (un paio di settimane fa ormai) mi chiama mio cugino per farmi gli auguri. Io ovviamente sono contento, ma non credo che lui si ricordi del mio compleanno quindi lo metto alle strette e lo faccio confessare. E lui confessa: la mia scheda è rimasta a tuo nome e ho appena ricevuto i tuoi auguri di compleanno da Omnitel, così te li ho girati... temo che in giro per l'Italia ci siano varie schede a mio nome (comprese quelle che avevo dato ai nonni e poi sono state ereditate dai nipoti e poi chissà....). Un messaggio a tutti quelli che telefonano a mio nome: poche stronzate, please!
Pensate che questo delle schede intestate ad altri sia un problema marginale? Bene, sappiate allora che quando gli investigatori analizzarono le mie telefonate per scoprire chi mi aveva dato una notizia trovarono decine di contatti in giro per l'Italia e mi chiesero: chi è questo? e questo? e questa? risposta: non lo so, non lo so, non lo so... peccato che quei numeri li facessi anche più volte al giorno... spiegazione? si trattava di numeri di miei amici o colleghi che erano passati di mano in mano ma erano rimasti ufficialmente intestati al primo proprietario, sconosciuto ai più... una vera e propria giungla... Ah, sui quei tabulati risultavano anche alcune chiamate da me a me stesso, quando chiamavo mio padre o mia madre a cui avevo regalato anni fa una scheda...

eus: quello che hai sperimentato a Eboli è il lato LUMINOSO della rintracciabilità, quello OSCURO è quello che consente al mondo di ritrovari - anche quando sei in fuga o più semplicemente in "pausa" - per poi riprenderti e riportarti in carreggiata... sai cosa fanno gli inquirenti come prima cosa di fronte a un giallo? studiano i cellulari: le ultime chiamate, le ultime celle a cui si è agganciato il telefono, i messaggini telefonici... e sai qual è il principale indizio che consente di scoprire un tradimento? il telefono cellulare...
Certo tutto questo passa in secondo piano se un carro attrezzi chiamato con il cellulare ti consente di arrivare a casa in tempo per la cena di Natale.... :-)