Diciamo la verità: ci hanno raccontato un sacco di panzane. A cominciare da quella sui titoli argentini, quando sembrava che fosse l'investimento più sicuro perché, caro il mio risparmiatore, ha mai visto uno stato intero finire gambe all'aria? Come è andata lo sappiamo. Poi c'è stata quella sulle obbligazioni Cirio e Parmalat, investimenti sicuri perché dietro ci sono le aziende, vacche, latte, pomodori, mica titoli virtuali come quelli della rete. E se non è convinto - caro il mio risparmiatore - guardi un po' questo rapporto: parliamo di aziende AA+, più sicuro di così c'è solo il materasso, parola di grandi esperti che di mestiere leggono i bilanci e sono in grado di distinguere tra le imprese solide e quelle da evitare. Come è andata lo sappiamo.
Infine la panzana sui tassi d'interesse a cui - controvoglia - ho creduto anch'io perché aprire un mutuo a tasso fisso sembrava una cosa da sfigati. Parliamo di cinque, sei anni fa. Nemmeno pronunciarla in banca quella parola, tasso fisso, perché i bancari si voltavano per squadrare lo zoticone che non capisce niente di finanza. Inutile spiegare che il 5 per cento sicuro per dieci anni suonava come un buon affare. Era il periodo in cui il denaro sembrava gratis, bastava avere fiducia e sarebbe andata ancora meglio: firmi qui, tasso variabile e - caro il mio risparmiatore - si assicuri le magnifiche sorti (e progressive) che l'economia ci riserverà nel prossimo futuro. Abbiamo visto, ancora una volta, come è andata e in fondo c'è poco da stupirsi: la strada consigliata dalle banche è quella che si è rivelata più vantaggiosa... per le banche.
Così quando nei giorni scorsi abbiamo visto la nostra banca (la nostra grande e orgogliosa banca col palazzo di mattoni in centro storico! mica quella del cugino americano!) perdere in due mattine un valore di decine di miliardi di euro, ammetto che ci siamo un po' agitati. E leggendo i giornali la mattina ci è cresciuta dentro l'indicibile domanda. Allora siamo andati in quella via del centro per vedere se il palazzo era ancora al suo posto. C'era. C' erano anche gli operai che stavano lavorando - diceva il cartello - per rendere la filiale più confortevole e funzionale. Almeno loro avevano fiducia, proprio come i dipendenti della Lehman Brothers il giorno prima di lasciare l'ufficio con la scatola di cartone fra le mani. Pareva tutto tranquillo, ma poiché l'indicibile domanda si faceva prepotente, ho preso il telefono e ho chiamato un numero verde (che altro dovevo fare?) per chiedere informazioni sulla sorte dei miei quattrini: scusi signorina, che ne sarebbe dei miei (sudati) risparmi investiti in pronti contro termine, l'investimento (parole vostre) più sicuro, se il vostro istituto di credito, insomma la vostra banca, che al momento mi pare un po' in difficoltà, dovesse, diciamo così, giusto per essere chiari, perdoni la schiettezza, FALLIRE? Signore, mi ha risposto, non dica mai più quella parola, nemmeno per scherzo, che poi qualcuno ci crede davvero. Non ha sentito il nostro amministratore delegato alla televisione quando ha detto che siamo liquidi e solidi?
Liquidi e solidi, ha detto proprio così la signorina, che ossimoro fantastico: andatelo a spiegare a uno che, invece della finanza, al liceo ha studiato fisica e matematica. Messa alle strette la signorina ha confessato che i miei pronti contro termine, nel caso di impossibile fallimento (ha pronunciato sottovoce l'oscena parola) li avrei persi per sempre. Ma non dovevo pensare al peggio perché non basta una tempesta finanziaria a mettere in difficoltà un gruppo così grande e poi a difendere le banche italiane, in caso di guai, ci pensa Berlusconi, l'ha scritto anche il giornale. Signorina, riporti tutti i miei soldi sul conto corrente, ho ordinato in preda all'ansia, consapevole che in questo modo avrei perso qualche punto d'interesse. Ma cosa sono gli spiccioli di fronte alla catastrofe? Poi ho chiuso la comunicazione e - poiché io sono un mago della finanza - ho controllato sul telefonino il titolo della mia grande banca che come per miracolo recuperava almeno la metà del valore perso il giorno prima, con un'altalena incredibile, misurabile ancora una volta in decine di miliardi. Per certe cose bisogna esserci tagliati.
3 commenti:
I depositi di conto corrente (in Italia) sono garantiti fino a 103 mila euro e rotti. Se la tua banca fallisce i tuoi soldi non li hai persi, te li garantisce una legge dello Stato, te li garantisce lo Stato. Se hai bot o altri titoli di Stato, la banca in quel caso ha fatto solo da intermediario. Il garante del tuo investimento, la tua "controparte", è lo Stato italiano. Se fallisce lo Stato italiano tu puoi perdere i soldi, altrimenti no. A meno che l'impiegato della tua banca non ti abbia raccontato una balla ed il tuo investimento sia in qualcos'altro che tu non sai. Se tu hai sottoscritto obbligazioni della tua banca o hai effettuato una operazione in "pronti contro termine", la tua controparte è la tua banca. In questo caso se la tua banca fallisce i tuoi soldi sono andati in fanteria. A meno che non intervenga qualcuno (lo Stato? un'altra banca?) a garantirteli. Non è detto che non succeda. Se hai azioni della tua banca e la tua banca fallisce, hai perso tutti i tuoi soldi. Ma questo si chiama "rischio azionario" e tu dovevi saperlo perchè qualcuno avrebbe dovuto dirtelo, quando le hai comperate.
Detto questo, le azioni Unicredit stanno scendendo sempre più ed aumenta ogni giorno la mia voglia di comperarne un po'. La Banca Unicredit è solida (nel senso che ha solidità patrimoniale) ed è liquida (nel senso che ha tanta liquidità in cassa). Qui si sta buttando il bambino con l'acqua sporca. Ed io, che faccio il promotore finanziario, guazzo in mezzo a questo mare di merda e mala informazione. Di "migliaia di miliardi andati in fumo" e di borse che vanno a picco. Mi si spieghi una cosa: il mercato è fatto di compratori e venditori, quindi ogni volta che c'è una transazione di azioni qualcuno ha venduto e qualcun altro ha comperato. Sono tutti scemi quelli che comperano adesso?
riassumo le parole di corvo rosso (capoindiano sterminato con la sua tribù dai trisavoli degli attuali banchieri e imperatori finanziari internazionali) rivolto al governo americano che voleva comprare le terre agli indiani per regolerizzarli nelle riserve; inizia dicendo:
non possiamo vendervi la "nostra terra" semplicemente perchè non ci appartiene, la terra appartiene a se stessa e noi siamo i suoi figli e custodi.
prosegue: Non possiamo vendervi il fresco soffio del vento ne i raggi del sole ne il bagliore delle stelle non possiamo vendervi il volo dell'oca selvatica ne l'ululare del lupo ne la corsa del cervo......quello che possiamo fare è invitarvi a sedere accanto a noi e godere dei beni del cielo e della terra.
conclude così: quando avrete ucciso l'ultimo bisonte, tagliato l'ultimo albero,inquinato l'ultimo fiume allora vi accorgerete che i vostri soldi non si possono mangiare.
sappiamo come andata a finire la discusione tra gli odierni esportatori di democrazia e gli indigeni locali .......
l'evidenza ci dimostra che viviamo in uno dei modi più ingiusti e dannosi possibili ma ciò non importa e non preoccupa; ciò che importa e proccupa è solo la solidità della disponibilità liquida.......
P.s.ansel quoto il post non sono in polemica con te sono in polemica con l'umanità bushizzata e berlusonizzata non solo sta facendo dei danni incalcolabili all'ecosistema, ma ha anche il coraggio di negare evidenza e responsabilità.
mamo: il video zeitgeist su google (tra i molti ne cito un o ben fatto) nella sua terza parte spiega che il sistema economico mondiale è strutturato in modo tale che
i grandi gruppi bancari e finanziari tengono in mano i governi, sono in grado di decidere l'andamento economico a piacimento e sopratutto di programmare e controllare crisi a loro piacimento e tornaconto, se hai tempo e voglia mi piacerebbe sapere cose ne pensa un "esperto" a proposito.
ciao
Vedi, postman, il mio compito non è quello di difendere le banche, che si difendono benissimo da sole e non hanno bisogno della mia difesa d'ufficio. Il mio compito è quello di difendere i risparmiatori, che delle banche e del sistema sono spesso schiavi. Io ho molte riserve su questo sistema economico che si basa su di un pil (prodotto interno lordo) che deve essere sempre in crescita altrimenti il sistema crolla. Il non credo che staremo meglio quando anche gli abitanti di Cindia (Cina e India), che sono qualche miliardo, possederanno percentualmente tante automobili più o meno inquinanti quante ne abbiamo noi. Credo che quando e se succederà il mondo andrà a picco (anzi, andrà a picco prima) per ovvi motivi. Io credo che quello che tu citi nel tuo intervento sia sacrosanto ed io lo condivido così tanto che da qualche parte conservo il foglio con quel testo. Credo però anche che il sistema capitalista è il sistema in cui viviamo e che il sistema alternativo comunista si è rivelato nei fatti impraticabile e dannoso. Credo, infine (ma avrei molto altro da dire e prima o poi lo dirò), che se il sistema crolla a pagarne le conseguenze non saranno i banchieri che comandano, bensì i bancari che in banca ci lavorano da dipendenti. A farne le spese non saranno i riccastri (che stanno speculando e facendo soldi a palate) ma la massa che si troverà a fare i conti (in termini di perdita di posti di lavoro, ad esempio) con una economia in serie difficoltà. Sono incazzato, signori miei, perché la gente ancora una volta non si rende conto che il panico le azioni inconsulte sono u ndanno per se stessi, prima che per il sistema. E ritirare i soldi dal conto corrente 8di qualunque banca) per metterli sotto il materasso è un'idiozia. Un'idiozia che potrebbe portare al fallimento banche sane, con conseguenze catastrofiche per l'economia reale.
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