19 giugno 2007

Se qualcuno ruba un fiore per te

furto di lavandaNella vita ognuno ha le sue soddisfazioni. La mia di oggi è che ho scoperto di essere un giornalista con un certo seguito(!). Ricordate che in un pezzo del mese scorso intitolato La guerra delle fresie svelavo la posizione di un gigantesco cespuglio di lavanda dove ci si poteva servire a piacimento? Bene, è giunto il momento giusto. Passavo proprio di lì questa mattina pedalando attraverso la città invisibile e mentre mi preparavo a oltrepassare il ponte ho visto "un mio lettore" che seguiva il mio consiglio.
Un uomo che coglie i fiori merita un applauso, uno che li ruba merita una foto: clic! Poi sono tornato (perché su quel ponte ci passo più volte al giorno) e mi sono goduto lo spettacolo. Ditemi voi, che avreste fatto? Sono entrato attraverso il varco dell'aiuola già aperto dal vecchietto e mi sono servito anch'io.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Vecchietto pagato da te! Ti crese il naso come a Pinocchio.

stefanauz ha detto...

c'era un tempo in cui raccoglievo la lavanda. il suo era il profumo che più mi restituiva il senso immenso e fuggevole della libertà. poi c'era sempre il tempo in cui correvo in bicicletta per strada. piantavo i freni, mi allungavo con il collo e con le braccia verso un arbusto. era l'amato gelsomino. il suo era il profumo che mi restituiva il senso dell'amore. ero felice. erano gli anni in cui giocavo a nascondino d'estate. nei pressi di casa mia, vicino alla stazione delle autocorriere. i luoghi in cui nascondersi erano molti. d'accordo, fuori dalle limitazioni che il buonsenso imporrebbe. ma pur sempre luoghi dell'anima. e chi ce li mette i confini all'anima? e allora era così che stavo sdraiato in mezzo all'erba, per ore, a guardare il cielo. il cielo di trento d'estate. pochi ci crederebbero, ma era bello. blu, intenso. e il calore dell'aria mi faceva compagnia. oppure giù, lungo i binari della ferrovia. troppi luoghi in cui andavo a scoprire il mondo. le camminate lungo le rotaie, per arrivare fino alle aziende agrarie. e passare così dall'odore del carbone a quello della frutta. in mezzo, l'odore dei prati, delle erbe, dei gelsomini e della lavanda. gesù, quanto poteva durare una vita così?
ora posso assaggiare solo qualche sprazzo di quelle giornate. quando arrivo in ufficio, mi accoglie una bella siepe di lavanda. e quando è in fiore, ci passo in mezzo la mano, camminando. arrivato alla porta, alzo il palmo e lo porto al naso: annusandolo, chiudo gli occhi. e ricordo.

Anonimo ha detto...

Gelsomino e lavanda... tra i due amo di più il gelsomino.
La mia nipotina invece quasi tutte le settimane raccoglie diversi rametti di lavanda dal cespuglio del nostro giardino e ne compone un mazzetto che io devo "obbligatoriamente" mettere in macchina..

ansel ha detto...

Gallo: ma se l'unico vecchietto che conosco sei tu! :-))) (non prendertela... non so neanche quanti anni hai). Giuro che è tutto vero... quest'uomo stava mettendo assieme un mazzone di lavanda tagliando i gambi dei fiori con una cesoia... io l'ho ammirato. Ti pare impossibile? Proprio cinque minuti fa - parlando d'altro con un collega - dicevo che la realtà supera sempre la fantasia che da essa trae alimento...

Stefanauz: quanto tempo... se non vedevo il tuo nome non ci credevo... comunque sui binari della ferrovia c'ero anch'io...

Piccolo Girasole: commento profumato... anche noi abbiamo un gelsomino, ribattezzato mino...

Anonimo ha detto...

Ti sei servito e hai fatto bene!!!
Passo spesso di là, un giorno mi fermerò e coglierò quei fiori. Tu forse mi vedrai, io saprò chi sei tu, ma tu non saprai chi sono io.... Contorta vero?

Anonimo ha detto...

Ma guarda un po'.... la lavanda di Don Piero va proprio a ruba!
Il posto giusto è nell'armadio non nelle scarpe! :-) Combatte le tarme non gli odori!!!

Anonimo ha detto...

bravo lo faccio sempre anch'io ma solitamente io rubi(le ciliege, cosa pensate!!!) e il vecchio mi rincorre, io cmq sempre in divisa, la macchina coi commilitoni a lato!!!

ansel ha detto...

Sulle ciliegie (io lo scrivo con la "i", tu marzy fai come vuoi: vanno bene entrambi ma oggi son polemico...) volevo farci un post tre o quattro settimane fa, quando ho visto il solito albero bello carico vicino alla casa dei miei genitori. Così lo scrivo qui, al volo:

Ne prendo una dalla terrina, la giro e scopro un buco: non mi piace. Ne prendo un'altra e trovo una fessura: la rimetto dove stava. La terza è avvizzita: non fa per me. La quarta è ancora acerba: la lascio mangiare a un altro. La quinta sembra croccante, ma l'ha già assaggiata un bruco. La sesta la addento ma resto subito deluso: troppo dolce, sarebbe stata buona la settimana scorsa.
Da quando ho conosciuto il sapore delle ciliegie rubate di notte sull'albero dietro casa non ce n'è una che riesca ad essere all'altezza. Avevamo quindici anni e la notte della festa del quartiere coincideva con il giorno giusto per andare a rubare le ciliegie. Un tempo le stagioni erano puntuali.
Eravamo in quattro su quell'albero a riempirci la pancia di ciliegie con le gambe penzoloni mentre L. - il meno atletico del gruppo - stava nel campo a fare il palo e si accontentava degli scarti che gli lanciavamo a terra.
Il rischio era che il padrone del frutteto - il vecchio R., un uomo scontroso che non parlava con nessuno e che aveva lasciato crescere le leggende attorno a sé - arrivasse con il fucile in mano e ci prendesse a pallinate. Nessuno l'aveva visto mai, quel fucile, ma si diceva che fosse caricato a pallini di sale che se ti entravano nel sedere bruciavano come il fuoco e dovevi andare all'ospedale a farteli tirare fuori uno ad uno. Dicevano così, ma nessuno di noi - quell'uomo - l'aveva mai avvicinato.
Dalla piazza del quartiere arrivavano le note dell'orchestra impegnata a suonare valzer sul palchetto della festa. Una ciliegia, una storia, due ciliegie, un'altra storia. Sarà passata mezz'ora quando E. ci stava raccontando di come aveva raggiunto i 100 all'ora con il suo motorino elaborato (noi eravamo del gruppo che invece di donne parlano di motori) ed L. lo interruppe lanciando un urlo (sottovoce) e cominciò a filare verso la strada sbattendo a terra i suoi piedi ciccioni: arriva! Uno ad uno i miei compagni si lasciarono cadere a terra con tre tonfi sordi uno dopo l'altro: tunf! tunf! tunf! Io no: stavo troppo in alto, rimasi lì con il respiro soffocato. Il vecchio R. era distante trenta metri e aveva cominciato a urlare verso quelle ombre che si dileguavano fra gli alberi: boci! se ve ciapo ve copo! Era uno che non andava per il sottile.
Arrivò sotto l'albero borbottando bestemmie, si schiarì la voce con due colpi di tosse e guardò in alto. Il fucile non ce l'aveva - l'avrei visto - ma aveva due occhi chiari che nel buio sembravano due fanali. Mi vide - ne son certo - e stette lì a fissare la suola delle mie scarpe che tremavano nel buio. "Bociazzi!" disse ancora e se ne andò continuando a bestemmiare. Rimasi lì immobile per cinque minuti almeno. Quindi scesi dal mio ramo e raggiunsi gli altri alla festa del quartiere. Ciliegie così buone non ne ho mangiate più.

Anonimo ha detto...

lavanda?
peccato che non la tollero, ma l'ide e' carina :)

Anonimo ha detto...

Domanda tecnica per Asel, che per motivi di opportunità gli rivolgo qui e non su Città Invisibile e riferita al post di Jurka.
Fotografie delle gabbie per gli orsi: in quella di Gocciadoro c'è la bicicletta, in quella di Sardagna no. Già, hai avuto problemi al cambio e sei stato costretto a scegliere un mezzo di trasporto diverso ..... Ti credo.

Anonimo ha detto...

ma questo blog è un covo di fuorilegge incalliti... ecco perchè son sempre qui...

ansel ha detto...

Gallo: non c'è dubbio, casa tua è qui fuoridalpalazzo.... ;-) solo qui ti senti libero di rompermi le palle, farmi le pulci, insultarmi, setacciare i miei post passati per individuare cadute di stile o incoerenze... magari fai una puntatina nella città invisibile ma i sassolini dalle scarpe te li torni a togliere qui eh??? Vengo alla risposta: in realtà VOLEVO portare la bicicletta a Sardagna con la funivia ma poi mi sono detto: è troppo, non lo faccio, già mi sono fatto vedere con le scarpe sulla spiaggia in Corsica.... Con amicizia (ovviamente) ;-))

javert: è proprio vero, sono i peggiori criminali che a un certo punto - non sempre per pentimento ma anche per bisogno - prendono la divisa e si mettono a fare la guerra ai colleghi. E ancora - conoscendonone parecchi, esprimo il mio pensiero: i migliori poliziotti sono quelli che avrebbero fatto carriera anche come banditi: ci vuole un leone per mettere in fuga un altro leone... (questo teorema però, non so perché, non vale per i carabinieri)...

Anonimo ha detto...

Ansel, scusaminonlofaròpiuteloprometto. Almeno per tutto il prossimo mese e gli ultimi giorni di questo.

ansel ha detto...

Gallo: vacanza lunga... grande invidia...:-)

Anonimo ha detto...

sono dei carabinieri uff!!! Noon siamo stupidi!!!
marzy