15 dicembre 2006

Uomo delle foglie, dove sei?

scarpe camper pelotas tra le foglie
Non vorrei che l'uomo delle foglie se la fosse presa per quello che ho scritto l'anno scorso e per quella foto che gli scattai a tradimento. Ma il punto è che da quel giorno non l'abbiamo visto più e le foglie sono ancora tutte qui, fuori dal palazzo. Ma noi siamo gente ottimista, non ce la prendiamo, così questa mattina con il mio piccolo playboy siamo usciti dal palazzo e abbiamo camminato nelle foglie secche avanti e indietro - crash, crash - facendo finta di essere in un parco di New York. Eravamo felici - frush, frush - finché ci siamo accorti che sotto le foglie c'era la sorpresa. E ci siamo rimasti un po' male: mai fidarsi delle apparenze. Volevamo pulirci le scarpe alla fontana ma c'era il gelo e gli operai del Comune avevano chiuso l'acqua. Così per la prima volta da quella mattina ho pensato: uomo delle foglie, dove sei?

16 commenti:

Anonimo ha detto...

ma la camper non le fa proprio quelle per bambini?

Anonimo ha detto...

il delirio della camper al povero biondo playboy !!! mitico !

ansel ha detto...

Naturino.... almeno mi pare... dopo guardo...

Anonimo ha detto...

Mi piace questo blog...mi piace anche il tuo modo di scrivere, caro giornalista sconosciuto. E mi è venuta in mente una cosa, che avevo letto tanto tempo fa e che faceva più o meno così: "La prima cosa è la coscienza dello spazio, sapere che lontano, da un'altra parte, altrove sta accadendo qualcosa, anzi fuori le mura (o dal palazzo?!?) tutto sta accadendo, però occorre sapere dove.
E la seconda è il tempo, in quel posto bisogna poter arrivare in tempo perché quella cosa accada a noi e non immaginare soltanto che accada.
Se lo spazio è poi ampio e distante è necessario differire il tempo dell'azione da quello del desiderio, perché partire quando vorremmo già esser lì è una vana corsa verso una sala vuota. Possedere questa consapevolezza è una grande qualità che può contribuire a rendere la vita "arte dell'incontro".
Le anime si incontrano per caso, per curiosità, per determinazione: in tutti i casi l'incontro ha sempre del miracolo. Nella coincidenza la componente "magica" è più evidente, ma decidere, partire e muoversi a tempo fino a trovarsi nel luogo dove la cosa sta accadendo è miracoloso, come la costruzione di tutte le cose immaginate".

Ti auguro molte coincidenze.

ansel ha detto...

Sconosciuto a me??? Eh... vedi cosa succede a lavorare "fuori dal palazzo"........! :-)))

Anonimo ha detto...

Sconosciuto proprio no :-)
un giorno o l'altro vengo a farmi offrire un caffè!

ansel ha detto...

Io son qua... bar Pasi?

Anonimo ha detto...

sconosciuto nel senso di non conosciuto personalmente. E a questo punto anche con un ego decisamente gigante, visto che sembra essere l'unica cosa che hai notato nel post. Io speravo qualcosa in più da te, in riferimento a questa bellissima citazione. Da te, caro giornalista sconosciuto, che quando non ti perdi nelle lungaggini degli articoli che devono occupare tot spazio, hai dei pensieri geniali nella loro semplicità.

ansel ha detto...

Hai ragione. Fuori la verità: il tuo post mi ha colto in un luogo (spazio) e in un momento (tempo) che non mi ha consentito di essere all'altezza. Volevo (desiderio)fare di meglio ma sapevo che non ce l'avrei fatta e mi sono arreso scadendo nella soluzione che tanto ti ha offeso. Insomma, un'infelice coincidenza!

P.S. di chi è la citazione?

P.S. sconosciuto va bene, questo blog (lo vedi da com'è fatto) serve a rendere famose le mie scarpe! ;-)

P.S. lungaggini degli articoli che DEVONO occupare tot spazio... ESATTO!

Anonimo ha detto...

Questa risposta va già meglio ;)

Se come emittente di pensieri e parole non sei affatto male, come ricevente e commentatore di post urgono miglioramenti...che se tutto finisce in una frasetta messa lì tanto per fare (in generale è così, te come tanti altri), che arricchimento è?


La vita è una notte.
La vita è come una notte.
Dove le cose che all’apparenza sembrano chiare e precise rivelano il loro volto enigmatico, confuso, la loro natura misteriosa.
Di notte si capiscono tante cose. “La notte porta consiglio”, dice la tradizione popolare, ma porta anche smania, turbamento, terrore , lucidità, casino.
E di notte succede spesso di riconoscere le cose, proprio quando non si vedono, o si vedono all’apparenza di meno
Addirittura capita di riconoscere il proprio volto, senza nessuno specchio se non il buio.
Rimbaud per la sua “ Stagione all’inferno ” partì da una notte. Melville fece iniziare la sua storia della caccia alla grande balena, a Moby Dick, da una notte. L’Innominato fu nella notte che comprese. E persino Lui, Gesù, nella notte del Getsemani comprese. Era un uomo ed era Dio, sapeva già tutto bene, ma ci volle una notte, ci volle una notte per arrivare fino in fondo. Per capire sanguinando. Per offrirsi del tutto. Ci volle una notte per risorgere. Una notte per scoperchiare l’apparenza di un sasso pesantissimo, di una tomba. Una notte.
Sì, la vita è una notte.

La notte può essere buia buia, ci puoi guardare dentro e vedere venire le onde del buio, onde su onde, buio su buio, buio dentro al buio.Ci puoi guardare dentro e dire: la vita è niente.
Ma c’è la penombra, c’è il buio, ma c’è anche il fatto della luce; c’è il buio, ma c’è anche la luminosità dei desideri più belli, degli occhi ridenti dei piccoli, della vertigine dei monti e dei bellissimi alberi,c’è anche la luce della giovinezza e dell’intelligenza; c’è tutto questo mescolato e penetrato l’uno nell’altra, c’è il buio ondoso e la luce cantante, che non si possono dividere, abbracciati come amanti.
C’è questa penombra nella vita. Non si può dire che è tutto buio.
Perché il buio giustifica il buio, il buio può dare il buio, ma non giustifica la luce.
E la penombra c’è perché c’è la luce.

Solo l’aurora vince la notte. La illumina senza eliminarla;l’alba non perfora la notte come fanno i nostri mille inutili lampi al neon. L’alba inonda la notte, piano piano, la imbeve di sé.
Hai mai visto? Quando stridono i primi uccellini, quando la luce filtra piano tra i rami degli alberi, e passa il primo tram. Dapprima la rende più bella, l’alba esalta la bellezza della notte, la illumina dentro. Poi la schiarisce, come quando si tolgono le foglie dalla soglia di una casa, o come quando si toglie la sabbia da sopra una conchiglia, o come quando si tolgono i capelli da sopra un bel viso.
Allora la vita riappare.

ansel ha detto...

E' notte. Quella vera, non quella finta che si porta via i bambini dopo cena ma lascia sempre una luce accesa di là, in cucina, a fare la guardia al buio.
E' notte fonda. Quella che si mangia i rumori ma regala agli uomini - quelli che le resistono - la breve illusione di essere infinita.
E' allora che accendi il computer e ti metti alla tastiera finalmente padrone (così credi) del tempo che il giorno non ti ha concesso e che ora ruberai alla notte.
Cominci lento, ma nel silenzio del palazzo (dentro il palazzo) il battito delle dita sulla tastiera diventa presto una pioggia così forte che temi possa disturbare chi a questa notte si è arreso volentieri.
Allora ti fermi un attimo, tanto la notte è lunga, e ti avvicini a quella porta socchiusa da cui arriva un respiro regolare: la notte sa essere tenera con chi l'asseconda. Ma non è tempo, per te, di chiudere gli occhi e riposare. Non ancora. Riprendi a battere sui tasti e la notte ti appare - ora che avanza - per quello che è, spoglia del suo vestito di magia: una corsa quotidiana verso il giorno.
E' la notte dei camionisti che guidano sull'autostrada, dei panettieri che sudano davanti al forno, dei padroncini che corrono con un carico di giornali fitti di notizie destinate troppo presto ad invecchiare, è la notte dello studente che indugia sull'ultimo capitolo della tesi, dei disc jockey che parlano al mondo sottovoce come se fossero (e lo sono) tra pochi intimi e degli innamorati che si chiedono increduli come abbiano potuto sprecare tante notti (dormendo) prima di quell'incontro.
In questa corsa verso l'alba, cercando invano di trattenere la notte amica, continui a battere sui tasti mentre fuori dal palazzo - nel buio - senti già qualche rumore di serranda arrugginita che si alza e sparge un po' di luce nella città assonnata. Allora sai che è giunto il momento. Sai anche - perché non è la prima volta - che non dovrai giudicare il tuo lavoro con l'occhio della notte: ti apparirà diverso quando arriverà il giorno a illuminarlo. Spera solo che non sia troppo diverso da come te l'eri immaginato mentre allunghi la mano destra e con il dito medio premi il tasto "invio". Poi non ti resta che abbassare il monitor del portatile e finalmente augurare a tutti - per quello che ne resta - buona notte.

Anonimo ha detto...

Nord, sud, ma anche est e ovest. Qui è notte, la invece è giorno. Qui i miei bimbi dormono al sicuro; io li posso proteggere. La ci sono bambini soli e ...

ansel ha detto...

Ci sono luoghi in cui la notte e più buia e (talvolta) il giorno non arriva.

Anonimo ha detto...

...ma anche altri in cui sembra che la luce non arrivi mai e invece arriva. E l'incontro del giorno con la notte crea dentro un effetto meraviglioso, che ricorda poi il momento in cui notte e giorno si incontrano e spuntano i colori dell'alba.

Anonimo ha detto...

Si, ma se domattina non si accende la caldaia, prolungo la notte a scapito del giorno e continuo a dormire?

ansel ha detto...

Notte, giro di boa: dopo la notte più lunga dell'anno (21 dicembre) il giorno comincia lentamente a prendersi la rivincita