16 settembre 2007

Il piccolo demonio

Ogni albergo, ristorante, bar o pizzeria che si rispetti ha la coppia con figli che fa passare la voglia di avere figli alle coppie che figli ancora non ne hanno. La settimana scorsa all'hotel Hohe Gaisl noi eravamo quella coppia.
Quello che è andato in scena è uno spettacolo già visto di cui conosco il copione in ogni sua variante. Sua maestà il piccolo playboy - l'attore protagonista di questa commedia di cui è autore, regista, sceneggiatore e soprattutto tecnico del suono - si è presentato sul palco dell'albergo altoatesino indossando il suo costume preferito, quei pantaloni di cuoio tirolesi che gli sono valsi subito le simpatie del numeroso pubblico tedesco. Capelli biondi, occhi azzurri, guance rosse è stato accolto da complimenti e sorrisi compiacenti, con quella strana luce che ho imparato a leggere negli occhi delle donne e che su per giù vuol dire nostalgia (se sono troppo vecchie), insofferenza (se sono troppo giovani) o grandi aspettative (se hanno l'età giusta).
Per farla breve il grande show è iniziato all'ora di cena quando il piccolo è salito in piedi sulla sedia con una fetta di speck in mano per farla ammirare a tutti prima di non mangiarla. Oh che bel bambino, si è lasciata scappare una che avrebbe avuto l'età giusta ma era lì con il marito sbagliato, ignara di quello che stava per accadere.
Noi invece sapevamo, e attenti ad evitare guai peggiori (tipo che tirasse l'acqua alla cameriera, colpevole di avergli portato un bicchiere con i manici a lui che ormai è grande e vuole bere a canna) l'abbiamo lasciato libero di scorazzare dalla sala da pranzo all'angolo dei giochi al grido di Heidi, Peter, nonno, caprette, beee, muuuu e din don fa la campana.
Senza trovare complici nei figli dei tedeschi, il piccolo playboy ha continuato lo show snobbando il cibo (mangiare: che gran perdita di tempo) e quel bicchierone di latte che una cameriera premurosa gli aveva portato nel tentativo disperato di calmarlo, probabilmente dopo averci messo una dose di valium di propria iniziativa.
All'improvviso, durante una delle sue incursioni fra i tavoli più appartati, il piccolo demonio è riuscito nella sua specialità: inciampare nelle fughe fra una piastrella e l'altra cadendo a testa in giù, tenendo le manine dietro la schiena per non rovinare l'eleganza del suo volo. Ho sentito il toc della fronte che batteva contro la pietra e ho iniziato il conto alla rovescia per capire quando sarebbe arrivato lo strillo, puntuale come un tuono dopo il fulmine. Ci avrà messo tre o quattro secondi, roba da grandi occasioni, ma infine è arrivato: un acuto lancinante che ha riempito le volte della sala gotica abituate a chiacchiere sommesse.
Un signore dall'aspetto distinto mi ha preceduto nel soccorso rassicurandomi: tranquillo, sono un medico. Ma io l'ho zittito al volo: tranquillo sarà lei, io sono il padre. E ho buttato lì la mia diagnosi: tutta scena, lo conosco, non ha niente. Il piccolo ha sentito gli occhi su di sé e si è giocato le sue ultime carte in un esaltante gran finale: ha chiamato nonna una signora che ci è rimasta molto male (facendo sbellicare dalle risate i suoi amici), ha tirato giù una tovaglia con i piatti che c'erano sopra nel tentativo (fallito) di non cadere un'altra volta e infine si è esibito nella colonna sonora dei tre porcellini cantandola a "miao miao" come solo lui sa fare. La cena è finita quando la proprietaria di un giovane labrador ha lasciato la sala con il marito sotto braccio e lo sguardo di chi pensa: caro, per fortuna noi abbiamo un cane.
Noi invece ci siamo raccolti il figlioletto e ce lo siamo portati in camera dove è crollato esausto. E' stato lì che nel cuore della notte, quando nell'albergo si sentiva solo il ronzio della caldaia e qualche scarico d'acqua lontano, quando anche il titolare aveva spento la luce e in cucina regnava il silenzio più assoluto, è stato in quel momento che un grido ha squarciato l'oscurità totale dei duemila metri di quota, più forte della sirena anti incendio di quell'edificio costruito interamente in legno. Era lui, in piedi sul letto, il volto contratto e i pugni stretti che urlava a pieni polmoni: laaaaatte!

12 commenti:

Paolo ha detto...

Troppo forte!


... ma uno schiaffo no?

Anonimo ha detto...

Uno schiaffo assolutamente no, ma capire che quel piccolo esserino indifeso ci stà prendendo in giro sì!
Ansel e Gretel, reagite, altrimenti diventerete cosi:
http://www.youtube.com/watch?v=dC1houF0DCU

ansel ha detto...

vam: uno schiaffo non ce la facciamo, come fai a prendere a manate uno così....?

anonimo: ti dirò che in genere riusciamo a mantenere il dominio su sua maestà, ma quel giorno all'albergo (per la prima volta in albergo con un bambino, visto che in precedenza avevamo scelto altre soluzioni di vacanza) ci siamo trovati di fronte a un ciclone inaspettato a cui non abbiamo saputo far fronte... sarà stata l'alta quota, forse la novità, forse la stanchezza, chissà....
P.S. non riesco a vedere il video di come rischiamo di diventare.... lo rimandi?

Anonimo ha detto...

Strano che tu non riesca a vedere il filmato, il link sembra giusto, purtroppo il blog non accetta i tag html per creare un link.
Comunque basta che tu vada su Youtube e cerchi "caro diario moretti", seleziona il video con l'immagine di Moretti che parla al telefono in una cabina.

ansel ha detto...

Ah, ma potevi dirlo subito! I terribili figli unici dell'isola di Salina...: come fa il cane? come fa il gatto? su passami il papà per favore..... quel passaggio mi aveva impressionato... tranquillo/a(anonimo/a) non siamo a quel livello!

ciao

Anonimo ha detto...

NOSTALGIA...negli occhi!
Attento a come rispondi...
Ciao Ansel!
Trentina all'estero

Anonimo ha detto...

I bambini al ristorante...il miglior anticoncezionale del mondo!
Ti sei dimenticato una categoria di donne, quelle che hanno figli piccoli e che, guardando il piccolo playboy, avevano negli occhi la serena consapevolezza di ciò che sarebbe successo all'ora di cena :-)
E comunque, a chi piacciono quelle cene noiose dove non succede mai nulla? Solo alle 'mamme' dei labrador...

Anonimo ha detto...

Ecco, perché LUI è un magnifico diavoletto tutto si risolve con un sorriso. IO che (al tempo) oltre alla orecchie a sventola, avevo il naso storto, i capelli neri piatti e le braghe anonime avrei subito le energiche attenzioni fisiche dei genitori. Ma va bene così.
Il fatto che tu abbia messo un doveroso ottimo giudizio nel libro degli ospiti dell’hotel significa che un po’ ti sei sentito in colpa per l’involontario trambusto causato. Non preoccuparti, sei solo all’inizio.

Anonimo ha detto...

Se quello della foto è davveroe il piccolo playboy, nemmeno Erode avrebbe il coraggio di fargli del male!
Certo, in alcuni casi verrebbe voglia di scuoterli come le maracas, ma, dopotutto, come mi disse un giorno quel figlio di Attila che è mio nipote: "Non ti arrabbiare, io sono solo un bambino!"

ansel ha detto...

gallo: quanto tempo... bentornato!

fabiuz: certo che è lui, non vorrai mica che metta sul blog i figli degli altri! ;-)

Anonimo ha detto...

Io sono una di quelle che -forse perché sono quasi troppo vecchia- preferisce le cene tranquille. Eppure non ho nemmeno un labrador... (Complimenti per la bellissima creatura).

ansel ha detto...

ironica: grazie!