Entra nel palazzo della Provincia, spingi la pesante porta che dà su piazza Dante, saluta l'usciere che - per contratto - dice buongiorno a tutti quelli che entrano nel tempio dell'autonomia trentina, resisti di fronte alla tentazione del bar a prezzi agevolati e sali verso il bagno presidenziale dove purtroppo non arriverai mai.
Esatto, nel bagno presidenziale, nella prestigiosa ala Paor di quel palazzo, tu non ci puoi arrivare. Da una parte troverai una porta blindata con un campanello da suonare mentre la telecamera ti osserva. Ma tu non ti arrenderai: scenderai al piano terra, infilerai l'ascensore, salirai ancora al secondo piano e quando l'ascensore si aprirà - ad un passo dalla meta - troverai l'usciere (un altro) che ti saluterà e ti chiederà: desidera? Allora capirai che qui non siamo al ministero, dove il bagno dei giudici è alla portata di chiunque e ti rassegnerai a servirti di un bagno plebeo, ma non troppo.
Lì, nel tuo bagno al primo piano goditi comunque la cura dei dettagli: appendi la giacca sull'attaccapanni cromato, osserva il disegno dello scopino del wc, siediti e finalmente guarda quell'aquila proprio davanti ai tuoi occhi che - anche da lì - fa capolino sull'interruttore della luce per ricordarti dove sei. Ammettilo: non ti è mai capitato di trovare una placchetta elettrica personalizzata con il colore e lo stemma del padrone di casa, vero? Ma tanta cura risulta vana se assieme a te qualcun altro all'improvviso si precipita dove (rip)osano le aquile. E' allora che senti il rumore di tacchi che si avvicina nel corridoio, la porta che si apre, una cerniera lampo che si abbassa e tutto ciò che segue, chiaro e distinto come se fosse a pochi centimetri da te. Quindi trattieni il tuo respiro (mentre quasi puoi contare i battiti del cuore del tuo vicino/a), alzi la testa per capire che succede e con orrore ti rendi conto che nel bagno del palazzo al di là di una grata di plastica nera si sono dimenticati di farci il tetto. Te ne vai sdegnato, senza dimenticare di attendere qualche istante sul corridoio - fingendo una chiamata con il telefonino cellulare - per vedere se il/la collega del bagno accanto era proprio come te l'eri immaginato.
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