14 maggio 2008

In vacanza nel deserto

Duna a Porto Pino in SardegnaCè un motivo ben preciso che porta molti trentini a prendere le ferie nello stesso periodo (anzi in due) creando qualche grattacapo ai capi ufficio e ai direttori del personale. I periodi sono giugno e settembre e il motivo è presto detto: il trentino medio ama andare in ferie in un luogo immacolato (almeno come i boschi e i pascoli a cui è abituato), possibilmente al mare (perché la montagna ce l’ha già dietro casa), ma soprattutto vuoto. Tanto che al rientro in ufficio la lode più sincera e appassionata che un trentino può spendere per raccontare le vacanze suona più o meno così: "Tei, bellissimo, non c’era nessuno".
E’ un mistero come in un mondo collegato dagli aerei e sempre più popolato i trentini riescano a trovare posti turistici (su questo non c’è dubbio, parliamo di Sardegna, Grecia, Egitto o Tunisia) dove non incontrano mai nessuno.
Naturalmente il "nessuno" va interpretato in senso ampio, significa che non c’è in giro "nessuno come noi", cioè turisti allo sbaraglio. Gente invece ce n’è eccome, ad esempio i cittadini del posto che invitano i trentini (solo loro, par di capire) a gustare vini e formaggi locali nelle loro abitazioni e spiegano le usanze del posto in una lingua, chissà come, ai trentini comprensibile. Questo almeno è quello che i trentini raccontano in ufficio quando in agosto - unici in Italia - si ritrovano a lavorare dietro la scrivania (deserta anche quella) a loro modo furbi, perché non c’è niente da fare.
Il trentino medio si presenta in bassa stagione ai limiti di una bianca spiaggia del Mediterraneo. Poiché l’estate vera deve ancora arrivare (o l’autunno è alle porte, a seconda delle situazioni) può capitare che indossi i calzini bianchi nei sandali tedeschi. Con un’occhiata misura la rena prima a meridione e poi a settentrione, dove però la vista è turbata da una presenza aliena che può rovinare l’illusione: una madre, due bimbi e un ombrellone. Allora si dirige senza indugio in direzione opposta (via dalla pazza folla!) finché doppiata una duna di sabbia che nasconde gli altri turisti, pianta le tende, prende il telefonino e racconta al mondo la sua conquista: "Tei, bellissimo, non c’è nessuno". Anzi: nes-su-no.
Non c’è bellezza naturale, meraviglia della cultura e della tradizione oppure villaggio incontaminato che regga al fascino di una località deserta, come la vogliono i trentini.
C’è anche un motivo economico - inutile negarlo - perché l’idea di pagare 20 o 30 per una vacanza che ad altri, il mese dopo, costerà 100 o 200 riempie il cuore di soddisfazione e fa sentire intelligenti. Quella del prezzo è l’altra variabile che rende la vacanza indimenticabile, tanto che al rientro si esclama felici: "Tei, bellissimo, ho pagato pochissimo".
Anche in una località affollata ci può essere, dietro un promontorio o nella valle accanto, uno spazio deserto che ogni trentino vuole conquistare. Le informazioni su dove si nascondano questi luoghi ameni (introvabili per le grandi masse ottuse, almeno così parrebbe, magari perché sono infestati da vipere o vespe) circolano con grande parsimonia: i luoghi dove non c’è nessuno sono sempre più rari e poiché il trentino medio è abitudinario, punta a tornarci l’anno dopo per ripetere l’esperienza.
Gli amanti di questo genere di vacanza, maltempo a parte, corrono un solo, grosso, rischio: quello di incontrare nella scoperta dei deserti qualcuno che appartiene alla stessa specie. Uno di loro. Peggio: un trentino. Non c’è peggior disgrazia che scoprirsi intelligenti in due, perché ti viene il dubbio di non esserlo per niente. Siamo così pochi che ci conosciamo a vista, così un trentino medio posto di fronte al suo simile ha solo due possibilità: riderci sopra e organizzare qualcosa in compagnia, oppure girarsi dall’altra parte fingendo di non aver visto e bisbigliando alla moglie di fare lo stesso. Allora lei ubbidirà (è trentina), proprio lei che in quella landa desolata, sebbene splendida, si era illusa di aver trovato qualcuno con cui scambiare, finalmente, quattro chiacchiere.

P.S. quello nella foto non è il deserto, bensì una duna della spiaggia di Porto Pino (nel Sulcis, in Sardegna)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

MI hai messo una pulce... mi sa che siamo proprio trentini.. frequentiamo pure gli stessi posti!!! ;-)

Anonimo ha detto...

Molto gustoso! Molto vero.
Sono una massa di alienati. Un tempo avevo colleghi - giovani, fra il resto, che ovunque andassero nel mondo - dalla Grecia al Sud America, cercavano solo pareti da arrampicata.

ansel ha detto...

piccolo girasole: se ci incontriamo da qualche parte, mi raccomando, giriamoci dall'altra e non salutiamoci... ;-)

donna cannone: perche'? c'è dell'altro?? :-)

Anonimo ha detto...

Mi fa sempre piacere leggere quello che scrivi, le tue foto accompagnatore mi mettono sempre nostalgia. Buona vacanza!

Toniolli da Londra, over.

ansel ha detto...

Tony Holly... non ci posso credere! Quanto tempo è passato.... grazie di leggere... anch'io mi tengo informato sugli spostamenti dei vecchi amici...
ciao
ansel