Quando fuoridalpalazzo passa il Giro, come questa mattina a Trento, io corro a vedere e applaudo. Ma non è più come nel giugno del 1994 quando un giovane studente universitario con la passione sfrenata per la bicicletta trascorreva i pomeriggi davanti alla televisione invece di studiare per gli esami. Un giorno di quelli vide un corridore nuovo, ma già un po' pelato e con le orecchie a sventola, scappare prima di valicare il passo Giovo e poi fuggire in discesa come non aveva fatto mai nessuno. Nemmeno la moto con la telecamera riusciva a tenere il passo di quel fenomeno che per essere più veloce si metteva in posizione a uovo come se fosse su una pista da sci. Lo studente universitario guardò quel corridore tagliare primo il traguardo di Merano e vergognandosi un po' sentì una lacrima che gli rigava il volto.
Cinque anni dopo il corridore era diventato il Pirata e lo fermarono a Madonna di Campiglio perché non aveva il sangue giusto nelle vene. Un'altra lacrima - di sapore diverso - solcò la guancia dello studente che nel frattempo si era laureato e scrisse la notizia sul giornale. Fu l'ultima, però.
3 commenti:
anche io ho lacrimato a veder quel pelatino cresciuto a piadine.
poi ho lacrimato di nuovo quando hanno rotto il giocattolo. mi sono intristito quando ho letto di un mio collega che entrando in una camera d'albergo ha trovato solo la rabbia morta di un atleta.
comprendo il tuo post, ma non tornerei a vedere il giro. non potrei proprio farlo.
Grande, Ansel!
Quasi contemporaneamente scrivevo: http://blog.libero.it/eGanz/2762672.html
Dud: Gretel questa mattina ha letto il tuo commento (i post non li legge, solo i commenti) e ha detto. Ma questo Dud che fa? Il dottore o il becchino? ;-))
Dario: fantastica la foto delle mani di Piepoli e Riccò... però per i miei gusti manca la scarpa! ;-)
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