14 maggio 2007

La guerra delle fresie

scarpe camper con un mazzo di fresie gialleScriverò di due mazzi di fresie gialle che da cinque giorni ormai rallegrano le scrivanie delle mie colleghe C. e M.
Fresie profumate, aveva garantito l'ambulante napoletano che me le ha vendute, come se quelle degli altri fiorai fossero maleodoranti. Ma comunque è stato onesto: son profumate. E' stato onesto anche nel prezzo: tre euro a mazzo che moltiplicati per due fanno sei. Quando gli ho allungato una banconota da dieci ero sicuro che non avrebbe avuto il resto e avrei dovuto acquistare il terzo mazzo. E invece no, mi ha restituito cinque euro facendomi lo sconto. Dico la verità: lui, con il suo baracchino, mi ha fatto sentire un verme.
Comunque queste fresie sono un esperimento per verificare una voce che da mesi circola qui in città e cioè quella che i fiori degli ambulanti napoletani - quelli con l'Ape carico di rose e tulipani all'angolo della via - quando li porti a casa muoiono stecchiti. Anzi, secondo questa leggenda sarebbero già morti lì sul carrettino ma per qualche sortilegio partenopeo restano ritti sul gambo finché qualcuno se li porta a casa (o li regala) per poi scoppiare esausti e finire nella pattumiera.
Palle. Ora posso dirlo, sono storie messe in giro da qualcuno a cui gli ambulanti (abusivi) danno fastidio. Se avete bisogno di uno di loro - perché siete squattrinati, le fiorerie sono già chiuse o semplicemente vi piace fare acquisti sul marciapiede - non scomodatevi a cercarlo: fate una telefonata ai vigili urbani e in due minuti (un po' sorpresi per la richiesta) vi segnaleranno in tempo reale la posizione dell'abusivo più vicino, fornita gentilmente dalla fioreria del quartiere che due volte al giorno chiama le forze dell'ordine sperando di far fuori l'improvvisa concorrenza.
Quella dei fiori è una guerra di cui le fresie gialle che ho qui davanti sono l'oggetto inconsapevole. Le hanno caricate su un camion in Campania e hanno viaggiato una notte per arrivare al casello autostradale dove c'era il fioraio con l'Ape (e tanti come lui). Poi sono finite vicino all'ospedale (per due ore), all'angolo dell'università (per due ore) e alla rotonda di San Giuseppe dove finalmente io le ho comprate. Erano le 18 di mercoledì: ancora un paio d'ore e sarebbero andate al fresco in una cella frigorifera di Gardolo, a riprendersi dal caldo prima di un'altra giornata sulle strade. E se nessuno le comprava? Basta, arrivava il camion un'altra volta con le fresie nuove.
Sembra una storia romantica, ma purtroppo non lo è. Nessuno s'illuda che quel napoletano allegro (nonostante dorma sull'Ape e torni a casa una volta al mese) si tenga i sei euro delle fresie. Li consegna a uno che sta sopra e che chiamano "il padrone". Sempre meglio che stare a Napoli a girare i pollici. Quando acquistate le fresie finanziate il capo, non il fioraio all'angolo. L'importante è saperlo. Accade lo stesso per i pakistani che portano le rose al ristorante (senza insistere perché sono uomini di classe) e gettano nel panico gli uomini: è meglio acquistarle rischiando di passare per un pappamolla che non sa dire "no" oppure è meglio rifiutarle correndo il rischio di essere considerato un tirchio? E ancora: bisogna tirare sul prezzo o pagare sull'unghia? La risposta giusta è diversa per ognuno, spesso sono le donne a toglierci dall'imbarazzo. Io mi gioco le ultime righe per svelare un segreto utile a chi vive in città: in un'aiuola di Piedicastello - dimenticata dal Comune e dalla parrocchia lì vicina - cresce un cespuglio gigantesco di lavanda. Non è di nessuno: né dei fiorai professionisti, né dei napoletani, né dei pakistani. Basta saltare la ringhiera e coglierla quand'è il momento giusto. Ormai manca poco, io lo so, ci passo davanti ogni mattina. Cari colleghi uomini, non crediate di rendervi ridicoli (o taccagni) cogliendo fiori dal campo: le donne ne vanno pazze.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piace questo post positivo. Mi piace l’idea che qualcuno riesca a regalare dei fiori alle colleghe di lavoro, che si interessi dei simpatici amici napoletani, che si sia accorto dell’aiuola con la lavanda in città. Bello l’ invito a raccogliere e regalare i fiori di campo alle nostre “ragazze”.

Anonimo ha detto...

Ansel,
a drila tutta se il mio compagno spende dei soldi in fioreria mi arrabbio moltissimo.....
scusa ma che pensiero è? lui sgancia il denaro ed è il fiorista che sceglie i fiori e compone il mazzo...... noooooooooooooooooooo!
Meglio due margherite di campo, un lillà rubato o dei mughetti.
Così lui è obbligato a prendersi il tempo, chinarsi, scegliere i colori e qualche rametto verde di accompagnamento.... questo - secondo me - è un vero pensiero e vale più di 100 rose rosse!
Dei napoletani sono cliente fissa anch'io, quando voglio rallegrare le stanze di malati o dei miei anziani ..... in un fiore trovano il gusto di un sorriso e diciamocelo..... una semplice margherita non avrebbe la forza di tirar fuori tanta felicità!

ansel ha detto...

Vedo che siamo tutti d'accordo. E allora ecco svelato il luogo della lavanda selvatica di Piedicastello, a pochi metri dal ponte di San Lorenzo, vicino alla canonica: E' QUI!

Anonimo ha detto...

D'ora in poi ti metterai a far concorrenza ai pakistani?? Ti troveremo in giro per città con dei mazzettini pronti da vendere??
:-)

ansel ha detto...

Vabbuò (senti che accento napoletano?) porterò un mazzetto pure a tte...

Anonimo ha detto...

E a me? Un mazzo di margherite bianche?
Per tutti voi il sorriso giallo dei girasoli e lo stordimento languido delle zagare.

Baci rugiadosi

Anonimo ha detto...

Ma sei sicuro che quella lavanda si può prendere? Io una volta l' ho fatto un cattivo acquisto dai napoletani, capita; però da brava ottimista penso che han diritto anche loro di vivere e forse, col tempo, gli verrà qualche idea migliore che farsi sfruttare dai padroni

Anonimo ha detto...

Io comunque ti faccio la spia a Don Piero
:-Pp


(e poi è ora di mettere via quelle scarpe!!)

Anonimo ha detto...

Comprare fiori in fioreria è veramente da sfigati: uno ti spennano tanto che l'alpitour per mandarti scortato in marocco (dove puoi andare liberamente aggra), due ti fanno dei fronzoli matrimonialeschi che i fiori in mezzo a tanta sintesi si sviliscono e perdono il potere naturale.
I fiori recisi in ogni caso sono sinonimo di ferita mortale..... se non possiamo evitare secondo me è meglio: Uno andare a raccogliergli in luoghi meravigliosi dove oltre ai fiori rari troveremo "ispirazione visione e potere"; Due tagliare quelli selfcoltivate nel giardino di casa; Tre rubarli dalle aiuole pubbliche, con incredibile nonchalange....quattro prenderli dagli ambulanti, che in fin dei conti sono brava gente che se la suda.....
Il mio amico rosaio pakistano una volta mi invita a "casa" sua per farmi "vedere le perle d'oriente" appena portate da "suo cugino", poi per prendere un po' in giro il western style mi fa: Vuoi qualcosa da bere? A quel punto apre il frigo: era pieno zeppo di rose incellophanate! Scena molto andy Warhol....

Anonimo ha detto...

C'e' del romanticismo nei trentini.
In Toscana i negozianti protestano contro i venditori di borsette false, contro il furto del marchio: proteste che richiamano gelide economie, pressioni occulte dei mondi di plasticaccia firmata, strenue difese del pricipio V.I.P. 'IOCELHOETUNO'.

A Trento i negozianti e i benpensantimaleudenti, si scagliano contro il socialismo reale dei fiori a tre euro e della musica da marciapiede.Perche' criticarli? Non e' un segno della loro delicatezza scegliersi dei nemici poetici ed effimeri?
Fiorai trentini e abusivi scenderanno prima dell'alba sulle strade, impugneranno lunghi gambi di rosa e si sfideranno all'ultimo petalo. Un esercito di musicanti offrira', per pochi spiccioli, la colonna sonora al duello...


Baci visionari

Anonimo ha detto...

Eus, non so quanto tu conosca la realtà di Trento, ma il fatto che tu reputi delicati i commercianti trentini, mi induce a credere che non hai speso molto del tuo tempo (e del tuo denaro)fra queste montagne.

Anonimo ha detto...

Giusto per andare controcorrente, ho voluto le fresie gialle come fiore nel mio bouquet di matrimonio.
E il mio pollice verde da ragione a chi dice meglio i fiori di campo e quelli del proprio giardino!
Non ho nulla contro i fiorai in apecar, ma sono contraria ai fiori recisi.

Anonimo ha detto...

Gallo: scherzi a parte, sono stata solo una volta a Trento e i negozianti mi sono sembrati mediamente gentili, come nel resto dell'universo quantomeno.
La mia conoscenza trentina e' filtrata da quello che raccontate tu, Ansel, MariaTN...quindi per me Trento e' una citta' in cui: fa sempre caldo, danno contributi per qualsiasi cosa, le bibliotecarie sono bionde e divertenti, i galli sono sensibili e gentili, si trovano facilemte droga, orsi e scarpe volanti, si combatte una lotta affannosa contro fiori e musica e c'e' una grossa percentuale di feticisti dei piedi :-))

Baci lievi

ansel ha detto...

Eus: Caldo fa caldo, i contributi abbondano, una bionda l'ho sposata (non la bibliotecaria, un'altra), trovi la droga in tre minuti, le scarpe volano ma i trentini che incontri qui fuoridalpalazzo non sono proprio un campione rappresentativo della popolazione.... ;-)

Piccologirasole: l'abito però era bianco, me lo ricordo bene... quasi come se ci fossi stato...

Anonimo ha detto...

Era color avorio, Ansel! Ti perdono per non averlo ricordato, visto che è passato molto tempo ;o)E ti dirò di più: ho dovuto cedere al vestito da sposa tradizionale perché, vista la mia immensa statura e stazza, non ho trovato il completo pantaloni che io avevo in mente come abito da sposa..

Anonimo ha detto...

Era color avorio, Ansel! Ti perdono per non averlo ricordato, visto che è passato molto tempo ;o)E ti dirò di più: ho dovuto cedere al vestito da sposa tradizionale perché, vista la mia immensa statura e stazza, non ho trovato il completo pantaloni che io avevo in mente come abito da sposa..