22 marzo 2007
I miei 400 litri quotidiani
Ogni volta che tiro lo sciacquone faccio fuori la dose quotidiana d'acqua che serve a un cittadino del Madagascar per sopravvivere. L'ho scoperto ieri e lo scrivo oggi che è la giornata mondiale dell'acqua. Spesso mi capita di tirare l'acqua una seconda volta, giusto per essere sicuro: non lo farò più. Sempre ieri ho scoperto che nella mia città ogni giorno ogni cittadino consuma 400 litri d'acqua. Certo questa cifra comprende anche l'uso industriale e agricolo, ma è comunque il doppio della media nazionale, il triplo di quanto consuma un francese, dieci volte la quantità che serve ad un uomo per vivere come si deve e quaranta volte l'acqua che permette di sopravvivere a milioni di africani. Ma chi se ne frega? Tanto ce n'è in abbondanza, con tutte quelle cascate in piena che scendono dai ghiacciai in via di scioglimento. Così mi sono tolto la curiosità di andare a vedere da dove arriva l'acqua che esce dal mio rubinetto e dopo una camminata di tre chilometri sottoterra sono arrivato qui, dove l'acqua spilla dalla roccia e viene raccolta in una condotta per finire nelle case. Poi sono andato nel serbatoio che vedete nella foto qua sopra: sembra grande, ma per soddisfare la sete di una città come Trento si riempie e si svuota più volte al giorno. Con tutto quel cemento e gli allarmi anti intrusione alle porte il grande serbatoio - soprannominato "il diecimila" perché tiene 10 mila metri cubi - mi ha dato l'impressione di un caveau, metafora azzardata per una città alpina ma ci sono posti dove l'acqua dolce (di quella salata non c'è penuria) è realmente più preziosa dell'oro. Pensaci quando lavi l'auto, innaffi il prato o ti lavi i denti lasciando il rubinetto allegramente aperto.
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11 commenti:
Dovremmo ficcarci in testa che viviamo sopra le righe,teniamo un tenore di vita superiore alle nostre possibilità. non ci vorrebbe poi molto a ridimensionarci un po', in tanti che siamo i risultati si dovrebbero vedere.
Accidenti, mi fai sentire in colpa... da buona cittadina cerco di risparmiare e rispettare (spengo le luci e i led, se posso vado a piedi, tengo il riscaldamento sui 18°, etc.etc.), ma... l'acqua è la mia disperazione: non riesco proprio a uscire dalla doccia in meno di 20 minuti... sob...
Questo l'ho già letto prima sul tuo quotidiano :-)
Noi trentini siamo abituati bene...
La prossima estate penso proprio che ci tornerà in mente questo tuo post.
[Le riserve idriche sono legate non tanto alle piogge, quanto alla neve che si accumula durante l'inverno]
Temo molto la carenza d'acqua e il controllo di quella che resta da parte delle multinazionali. Pero'...Piccolo girasole sono con te! La sera non riesco a fare a meno di 20 minuti sotto la doccia, ma giuro che quando mi insapono chiudo l'acqua. Per espiare la mia colpa, in bagno ho lo sciacquone a due tasti, che regola la quantita' d'acqua secondo il 'bisogno'.
Oltre agli accorgimenti che anche Ansel ha suggerito, posso consigliarvi di usare l'acqua in cui si mettono a bollire le verdure per cuocere la pasta o per allungare lo schifido brodo di dado.
Baci responsabili
mi impegnerò al massimo per risparmiare acqua.
certo tornare al lavoro dopo la pausa pranzo in cui si è bevuto solo lambrusco non è facile, ma se in questo modo aiutiamo il mondo, continuerò a sacrificarmi.
Mitico!!! dimmi dov'è il prezioso caveau che lo voglio visitare anche io....... foto spettacolari, roba da Indiana Jones metropolitani......
Mi associo alla campagna di Dud, variante Marzemino...
Lambrusco no, ma di giacimenti di TEROLDEGO o MARZEMINO siamo pieni! Le chiamano cantine...
Chi invece vuole vedere più foto sui giacimenti di acqua di Trento può fare un clic qui.
Io sono molto preoccupata per quel cittadino del Madagascar che beve l'acqua del tuo sciacquone.
bel suggerimento culinario, Eus!Io l' accqua delle verdure la davo alle mie piante,come faccio con quella che resta nella caraffa dopo i pasti
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