28 novembre 2006

WC/1 Anche ai giudici piace Monica

monica bellucciCi sono giornalisti che scrivono le recensioni dei ristoranti, altri che si occupano di libri, c'è chi si intende di musica e chi scrive di teatro. Ebbene anch'io mi voglio specializzare e seguendo una mia naturale inclinazione mi occuperò di... wc, quei luoghi in cui mi rifugio con grande urgenza e di cui - vista la frequenza delle mie frequentazioni - sono diventato un grande esperto.
Seguitemi, dunque, lungo i corridoi di palazzo di giustizia - luogo a me noto per motivi di lavoro - dove c'è il paradiso di noi disperati dall'intestino iperattivo. Lasciate perdere il bagno del primo piano dove non c'è lo specchio e nemmeno la chiave per garantirsi la tranquillità necessaria. Superate i bagni della procura - dove il via vai è elevato ed è alto quindi il rischio che qualcuno venga a bussare alla vostra porta sorprendendovi impegnati. Evitate il bagno del tribunale dove i giudici - forse per salvaguardare la loro indipendenza - chiudono la porta con una chiave disponibile solo a pochi eletti. Salite quindi al terzo piano e infilatevi di corsa - perché il tenpo stringe - in un corridoio accogliente, dai soffitti mansardati e rivestiti in legno, che prima scende dritto, poi piega a sinistra per terminare, infine, nel luogo della vostra salvezza.
Non cadete nella tentazione di infilare il bagno delle donne, resistete di fronte all'ampio ingresso del bagno dei disabili ed entrate nell'ultima porta, quella con l'omino maschio. Signori, tirate un sospiro di sollievo e guardatevi attorno: siete nel wc dei magistrati più alti in grado dell'intero palazzo di giustizia. Ecco a voi il gabinetto - non si chiamano anche così gli uffici? - di giudici e funzionari della corte d'appello. Apprezzate la perfetta insonorizzazione, soffermatevi sul sommesso ronzio della potente ventola che non fa rimpiangere l'assenza di finestre, considerate l'ampia scorta di carta igienica che certo non si esaurirà all'improvviso lasciandovi nei guai, rilassatevi certi che a quella porta - così lontana dalle rotte più battute del palazzo - non busserà nessuno cogliendovi sul fatto.
eva mendesE ora - che siete salvi, comodamente seduti su una tazza pulita, che avrete avuto cura di rivestire con due o tre strati di carta igienica secondo la consueta tecnica - prendetevi il lusso di osservare i dettagli che fanno di questo bagno un wc di prima classe. Alla vostra sinistra ecco un poster gigante di Monica Bellucci, foto d'autore per GQ, che si riflette nello specchio sopra il lavandino regalandovi la piacevole illusione che quell'occhiata provocante - raddoppiata - sia per voi. Ma se preferite una bellezza bionda girate la testa quanto basta, verso destra, per godere il poster di Eva Mendes, la modella, appeso con lo scotch (doppio) proprio lì sopra la tazza.
Fate con comodo, lì dentro non c'è fretta, poi quando uscite e scendete ai piani bassi, come se nulla fosse, ponetevi anche voi l'automatica domanda: ma chi ce l'ha messe Eva e Monica nel bagno degli alti magistrati?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

il bagno. sacro ritrovo con sé stessi. entri e ti lasci andare a una mistica della persona. lì, dentro al cesso, non ammetto donne, uomini o transgender. voglio essere solo. cacare, giocare con il telefonino (per distrarmi), leggere un magazine (più comodo del quotidiano) e soprattutto fumare. ma quest'ultima attività mi è ormai preclusa. lavorando in un pubblico ufficio, il fumo è stato bandito, messo all'indice, strettamente vietato.
ne prendo atto. per quanto riguarda gli uffici e i corridoi e gli spazi comuni. ma perché la legge mi deve rincorrere anche sulla tazza? io ho provato a fare il furbo, ebbene sì. ho provato a infrangere questa legge stupida. ma nulla sfugge al supremo comando. il giorno dopo l'accertatore delle infrazioni alla legge sul fumo - una donna - ha affisso un cartello in bagno, che recitava: "ANCHE QUI E' VIETATO FUMARE". forse c'erano anche dei punti esclamativi. li ho saltati, perché mi stanno antipatici. comunque, tornando al fumo e al cesso, non sono stato multato solo perché a mio carico c'erano prove indiziarie.
questa volta l'ho passata liscia. ma il fumo, ahimé, ho dovuto abbandonarlo. sto provando con il pisolino post-prandiale. voglio vedere se mi vietano anche quello, i bastardi.

Anonimo ha detto...

Mi sono sempre chiesto chi sono quelli che spengono la cicca sulla cassetta d'acqua del water e poi rimangono i segni marroni....

Anonimo ha detto...

.. mi sono sempre chiesta chi , dopo aver tirato lo sciacquone, getta i mozziconi nella tazza a galleggiare tristi per il i posteri..

Anonimo ha detto...

una risposta per tutti. e stringata stringata, che non mi si dia del grafomane.
il buon fumatore - razza alla quale appartengo - ha un'etica, un cuore, un rispetto per gli altri. quindi, fuma, butta la cicca dentro la tazza, fa scorrere l'acqua dallo sciacquone e si assicura che ogni traccia di fumo sia scomparsa. ovvio, poi, che anche l'odore residuo se ne deve (dovrebbe) andare. non vorrei mai essere accusato di costringere i successivi utilizzatori del cesso al fumo passivo. non sia mai!

Anonimo ha detto...

BRAVO STEFANAUZ!!! Ho apprezzato il tuo ultimo intervento, soprattutto per l'inedita stringatezza. Continua così...

Anonimo ha detto...

Anche per me il bagno è un posto sacro, un posto dove rilassarsi, dove nessuno può disturbare.
w il bagno!