01 gennaio 2008

Tempo di bilanci

Era duro, l'inverno del 1933. Quella sera, arrancando verso casa attraverso fiamme di gelo, con le dita dei piedi che mi bruciavano, le orecchie che andavano a fuoco, e la neve che mi turbinava intorno come un nugolo di suore furibonde, mi fermai di colpo. Era giunto il momento di tirare le somme. Con la pioggia o col sereno c'erano delle forze al mondo che cercavano di distruggermi.
Dominic Molise, mi dissi, aspetta un attimo. Sta andando tutto secondo i tuoi piani? Esamina attentamente la tua condizione, considera obiettivamente il tuo stato. Che succede, Dom?
Vivevo a Roper, Colorado, e invecchiavo di momento in momento. Avrei compiuto diciotto anni di lì a sei mesi, e avrei preso la maturità. Ero alto un metro e sessantadue, e negli ultimi tre anni non ero cresciuto di un solo centimetro. Avevo le gambe arcuate, i piedi a papera, e le orecchie a sventola come quelle di Pinocchio. I miei denti erano storti e la faccia lentigginosa come un uovo di uccello.
Ero figlio di un muratore disoccupato da cinque mesi. Non avendo un cappotto, mi mettevo tre golf, e mia madre aveva già cominciato una serie di novene per il vestito di cui avrei avuto bisogno a giugno per l'esame.
Signore, dissi, perché in quei giorni ero un credente che parlava con franchezza con il suo Dio: Signore, che sta succedendo? E’ questo quello che vuoi? E’ per questo che mi hai messo sulla terra? Non ho chiesto io di nascere. Non c'entravo per niente, salvo che ora sono qui e ti sto facendo domande oneste, ti chiedo i motivi, per cui dimmi, mandami un segno: è questo il premio per cercare di essere un buon cristiano, per dodici anni di catechismo e quattro di latino? Ho mai messo in dubbio la Transustanziazione, la Trinità, o la Resurrezione? Quante messe ho perso la domenica e le feste comandate? Le puoi contare sulle dita, Signore.
Stai giocando con me? Ti sono sfuggite le cose di mano? Hai perso il controllo? Lucifero ha riguadagnato potere? Sii onesto con me, perché sono sempre preoccupato. Dammi un segno. Vale la pena di vivere? Le cose si aggiusteranno o no?


Ovviamente non l'ho scritto io, ma se in questi giorni di festa, bilanci e buoni propositi qualcuno ha tempo a disposizione gli consiglio di leggere qualcosa di John Fante. Quello qui sopra è l'incipit di Un anno terribile. ma per partire forse è meglio "La confraternita dell'uva" oppure "Aspetta primavera Bandini".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

interessante il tuo modo di offrire delle recensioni su libri e far conoscere autori;ma perché come bilancio hai scelto un anno terribile?(Già lo dici da te che forse è meglio partire con qualcos' altro) Leggerò John Fante e poi ti saprò dire. Ciao.
Marianna

ansel ha detto...

marianna: ma no! ho scelto "un anno terribile" semplicemente perché inizia con il protagonista che traccia un bilancio, come noi facciamo a capodanno... A proposito di John Fante, ho saputo da poco che Einaudi ha pubblicato una raccolta della saga di Arturo Bandini: un libro, quattro romanzi. Si tratta di Aspetta primavera Bandini, La strada per Los Angeles, Chiedi alla polvere e Sogni di Bunker Hill. Titolo (moscio come pochi): Le storie di Arturo Bandini