18 novembre 2007

C'è da spostare il Natale

C'è una consulenza segreta in materia di turismo che giace nei cassetti di albergatori, impiantisti e qualche politico e che nessuno ha avuto il coraggio, ancora, di tirare fuori tant'è scottante quello che ci sta scritto sopra. Si erano rivolti al grande esperto, un tipo famoso che si esprime solo previa compenso dopo una carriera costruita girando il mondo con i soldi pubblici, si erano rivolti a lui per chiedergli come risolvere la scottante situazione che vede i turisti del Natale prendere l'aereo e volare a poco prezzo in Egitto o in Tunisia per salutare il freddo proprio quando si fa più pungente. "Lui ci dirà - pensarono - come venirne fuori".
E il responso arrivò, puntuale, contenuto in un tomo di 500 pagine che come (quasi) tutte le prestigiose consulenze dicevano cose che (quasi) tutti già sapevano: "Abbiamo sconfessato i profeti delle catastrofi climatiche facendoci la neve in casa" esordiva il luminare. "Abbiamo rimediato alle corte giornate invernali installando sulle piste l'illuminazione artificiale, abbiamo spianato le piste da sci dove i turisti si lamentavano perché c'erano troppe gobbe. Quando ci siamo accorti che la velocità era aumentata abbiamo montato chilometri di reti rosse per evitare che gli sciatori volassero fuori pista (per poi chiedere i danni) e abbiamo costruito bar con musica e alcolici ad ogni cambio di pendenza per non lasciare mai soli i nostri ospiti. Volevano le saune finlandesi e li abbiamo accontentati, volevano il bagno turco e abbiamo deciso di adeguarci, volevano le gite in motoslitta anche di notte e ci siamo fatti trovare pronti, volevano sciare dalla mattina a sera senza mai ripetere nemmeno una volta la stessa pista e per rendere possibile questo sogno abbiamo tirato le funi degli impianti da una vallata all'altra del comprensorio dolomitico. Ma tutto questo pare non basti perché senza la neve, quella vera che scende dal cielo e rende magico il paesaggio, proprio quella che i profeti del meteo annunciano sempre più rara sotto i 2 mila metri di quota i turisti storcono il naso e tentennano.
Leggendo queste righe i committenti furono presi dallo sconforto: tutte cose già note, dette e ripetute, senza uno straccio di soluzione per risolvere il problema. Così saltarono alle conclusioni dove scoprirono che il problema vero era il Natale, questo periodo cupo - almeno su in montagna - con le giornate più corte dell'anno, il termometro in picchiata e troppe feste concentrate in pochi giorni, tra Natale, Santo Stefano, San Silvestro e la Befana: uno spreco intollerabile in tempi magri come quelli in cui viviamo. Senza contare che la neve - scherzo del destino o per chi crede nella scienza: processione equinoziale - tarda sempre più, facendosi vedere quando le feste sono ormai passate. Insomma, concludeva l'espertone, se si potesse spostare il Natale a febbraio, mese ideale per le vacanze con il sole che tramonta tardi la sera, le cime coperte di abbondante coltre bianca e l'aria già più tiepida, sarebbe molto più facile convincere i turisti a trascorrere le feste su in montagna.
Essendo un tipo previdente il consulente metteva già le mani avanti: non si creda che sia poi questo grande scandalo: ci siamo ormai abituati a spostare la lancetta avanti di un'ora per risparmiare energia elettrica, non ci vorrà nulla a mettersi tutti d'accordo e istituire oltre all'ora legale anche il Natale legale con data 25 febbraio o giù di lì. E ancora: che saranno mai duemila anni di tradizione di fronte alle sorti del turismo invernale che mantiene tante persone? Tanto più - conclude lo studio - che un rapido sondaggio ci informa che la maggior parte dei giovani non conosce più l'origine della festa natalizia, quindi una data vale l'altra e febbraio sarebbe un mese assai gradito, soprattutto per le donne, sempre così freddolose.
I committenti si guardarono - qualcuno in realtà un po' tentato - e decisero che di cambiare posto al Natale in realtà non se la sentivano. Non erano abituati a fermarsi di fronte a proposte originali, il progresso non si arresta, ma il super-esperto li trovò comunque spiazzati. Il Natale per quest'anno resta il 25 dicembre, l'anno prossimo chissà, lo si vedrà.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' veramente un bel post, scritto bene, sembra Calvino (è un complimento, non ti accuso di plagio!).
Peccato che lasci l'amaro in bocca, perchè sembra prevedere un futuro neanche troppo lontano.
E' dall'inizio di ottobre che in un supermercato c'è una piramide di panettoni che mi guarda all'ingresso,
sono le avanguardie dell'invasione prossima ventura.
Ma, tant'è, Natale è luminarie, vetrine illuminate con stoffe bianche e rosse, casette in piazza dove si vende pacchianeria a peso d'oro, gli odiosi babbi natale attaccati all'esterno delle case,i centri commerciali presi d'assalto ogni sabato e domenica, "quest'anno
solo regali utili!", pensare a chi è meno fortunato, per poi dimenticarsene alla seconda fetta di pandoro...
A proposito, Ansel: se non ci si vede prima.. "Buon Natale"

Anonimo ha detto...

A nome delle donne freddolose vi annuncio che a febbraio ancora si gela! E se si festeggiasse tutto in primavera? Natale e Pasqua, nascita e morte: una settimanariassunto della cristianità!

Io trovo moralmente giusto sfogarsi dallo stress natalizio prendendo a sassate i babbonataleappesi. Se poi uno sbaglia mira e centra la finestra, pazienza...non è vandalismo, è giustizia! Siamo il braccio violento dell'estetica :-)

Bacio cometa

ansel ha detto...

Fabiuz: Calvino... troppo buono...! buon natale anche a te ;-)

Eus: ma guarda che i babbi natale appesi sono lì apposta... nel mio rione giochiamo al tiro a segno e quando li tirano giù a gennaio sono tutti ammaccati...