30 settembre 2012
Siamo tutti (un po') architetti
Noi. Noi che mettiamo mano al portafogli per pagare l'idraulico, l'elettricista, il geometra e naturalmente l'ingegnere. L'architetto invece no. Perché l'architetto, modestamente, siamo noi. Noi, sempre un po' scettici su chi si sente in diritto di disegnare casa nostra. Noi che siamo accorsi in massa a vedere il nuovo quartiere progettato dal "collega" Renzo Piano ai margini del centro storico di Trento, dove prima c'era una fabbrica che produceva componenti per gli pneumatici Michelin (e mentre scrivo questa frase mi rendo conto che sembrano passati cent'anni e invece la produzione si è trasferita appena quindici anni fa). Noi, che non potendoci permettere un super attico da un milione e centomila euro ci siamo voluti togliere la soddisfazione - la volpe e l'uva - di fare le pulci al progettista.
Dice la signora che i bagni non hanno le finestre. Dice il pensionato che il legno utilizzato per le finiture ha già bisogno di manutenzione. Dice la mamma che questo non sarà mai un quartiere per bambini. Dice il papà che gli fanno paura le spese (e le assemblee) condominiali. Dice il giovanotto che se avesse un milione di euro andrebbe a spenderlo in un posto del mondo dove le case costano meno. C'era pure il vecchietto che di fronte alla telecamera ha dichiarato che non c'era bisogno di chiamare un milanese (Piano è di Genova...) per disegnare queste case che qualsiasi geometra trentino avrebbe potuto progettare. Quanto a me, avendo da poco passato un anno intero a giocare all'architetto, sto bene dove sto.
Però bisognerà pur dire che noi architetti della domenica abbiamo la memoria corta e cercando la pagliuzza nel nuovo quartiere delle Albere dimentichiamo (o fingiamo di dimenticare) gli orrori che gli agenti immobiliari propongono con disinvoltura in altre aree della città. Edifici di cinque piani (e non tre) dove oltre al bagno è semi-cieca pure la cucina (dove comunque si mangia in piedi), la terrazza è un balconcino, il parco non esiste e quando esci dal portone devi stare attento alle auto che ti passano sui piedi. Appartamenti con le porte di cartone (una l'ho potuta esaminare personalmente dopo averla sfondata) e i battiscopa di plastica.
Che vi piacciano oppure no (che ve li possiate permettere oppure no) il "collega" Renzo Piano per i suoi appartamenti ha scelto esattamente i materiali che avreste scelto voi (magari tremando in attesa di conoscere il conto totale) e guardare scorrere il fiume Adige da lassù (parlo della terrazza dell'attico in prima fila in posizione centrale) fa venire la pelle d'oca.
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